5 domande per 5 x 1000

Qualche giorno fa, sono stati resi noti i dati delle scelte degli italiani per il 5×1000, relativamente ai redditi 2019.
Si discute da tempo su una riforma che acceleri i tempi di rilascio delle disponibilità, qui ci soffermiamo invece su alcune tendenze emergenti, con l’obiettivo di comprendere la portata relativa della misura per il terzo settore (nel 2014, realizzammo un lavoro simile ma sul fronte istituzionale/territoriale e di comprensione delle potenzialità della misura in termini di democrazia partecipata).

La cosa interessante di questo lavoro è stato che non abbiamo dovuto sforzarci nel trovare considerazioni o nel tirare delle conclusioni, perché realmente i numeri parlano.

Il nostro focus è sulle prime dieci realtà sociali, in termini assoluti.
Esse hanno raccolto quasi 139mln di euro, pari a poco meno del 27% del totale e sono state scelte espressamente da oltre 3.3mln di contribuenti, pari al 20% del totale (dei contribuenti che hanno dichiarato in maniera esplicita la destinazione).
Un campione, quindi, ampiamente rappresentativo.

Portando i due dati in relazione su scala logaritmica, notiamo come non sempre al crescere del numero di scelte corrisponda un aumento dell’importo totale erogabile ma, su questo elemento, ci soffermeremo tra poco.

In termini di cluster, appartengono all’area Volontariato otto su dieci (Fondazione AIRC, Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro, Emergency, Medici Senza Frontiere, Lega del Filo d’Oro, AIL, Save The Children e Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer), all’area Ricerca Scientifica quattro su dieci (a Fondazione AIRC, Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro, AIL, si aggiunge Fondazione Italiana Sclerosi Multipla), all’area Ricerca Sanitaria quattro su dieci (a Fondazione AIRC, Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro, Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, si aggiunge Istituto Europeo di Oncologia).

Prima domanda: qual è la tendenza degli ultimi anni per queste dieci, grandi realtà, in termini di numero di scelte e importo totale erogabile e di scelte?

Risulta immediatamente evidente una contrapposizione tra numero di scelte e totale dell’importo erogabile.
Se è vero che sempre meno italiani hanno espresso una destinazione verso le big, è altrettanto vero che sempre più italiani con una disponibilità di reddito maggiore ha optato per esse.
Siamo passati da una scelta che, nel 2016, valeva 38,61€, a una scelta che, nel 2019, è valsa 42,11€ (+9%).

È come se si fosse lavorato (non so quanto consapevolmente, comunque, questo è il risultato) sulla qualità del sostenitore in luogo della quantità.

Seconda domanda: cosa si nasconde dietro queste tendenze complessive?  Decrescita e crescita sono uniformi oppure c’è chi fa da traino e chi da freno?
La Fondazione AIRC, in testa alla top 10, rappresenta, meglio di tutte, l’andamento generale.
Come potete osservare, infatti, per essa convivono un calo del numero di scelte e un aumento degli importi totali erogabili.

Il vertice positivo, invece, è rappresentato dalla sorprendente Fondazione Meyer, con una crescita tendenziale decisamente positiva sia in termini di numero di scelte che di importo totale erogabile.

In negativo, al contrario, sia per numero di scelte che per importo totale erogabile, Medici Senza Frontiere.

In realtà, proprio partendo dalla performance di Medici Senza Frontiere, ci siamo soffermati anche sull’altra grande realtà impegnata sul fronte del volontariato di intervento, cura e accoglienza, Emergency.
Ed ecco che emerge una tendenza comune: anche Emergency è in calo sia per numero di scelte che per importo totale erogabile, a significare come gli italiani si stanno dimostrando più sensibili o più coinvolgibili, attraverso questo strumento, su argomenti intramoenia più che su questioni di carattere internazionale.

Allora, ci siamo chiesti ed è la terza domanda: è solo una caratteristica del 5×1000 o è una tendenza che colpisce tutte le forme di raccolta fondi?
Spulciando i bilanci sociali relativi agli anni di osservazione e mettendo in relazione gli importi totali erogabili 5×1000 con le entrate totali da donazione, viene fuori una situazione dissimile tra Medici Senza Frontiere ed Emergency.

Medici Senza Frontiere conserva una crescita tendenziale positiva dell’intera voce Entrate da donazioni, mentre Emergency è in decrescita sia per l’intera voce Entrate da donazioni che per la specifica Importo totale erogabile 5×1000.

Chiudiamo questa parte di analisi, riportando il medesimo dualismo per la Fondazione Meyer, per notare come l processo di crescita di questa realtà sia davvero la novità di questi ultimi anni.

A proposito di bilanci sociali, va sottolineato come tutte le realtà lo rendano facilmente rintracciabile sul proprio sito istituzionale, a eccezione dell’Istituto Europeo di Oncologia. Una nota di merito, per la sintesi, a Medici Senza Frontiere e Fondazione Meyer; un elogio per la capacità narrativa un po’ a tutti.

Procediamo con l’ultima evidenza, che si collega alla premessa (riforma della misura).
Quarta domanda: come si sta modificando l’impatto della fonte finanziamento 5×1000 sul totale delle attività di fundraising da donatori?

Tenendo fuori il solo Istituto Europeo di Oncologia (di cui, appunto, non abbiamo reperito bilanci sociali online), possiamo constatare come la misura, in generale, sia passata da un impatto superiore al 30% per redditi del 2016 al 26,6% per redditi del 2019.
Nel dettaglio, notiamo come la dipendenza dal 5×1000 sia ancora considerevole per Fondazione AIRC (sebbene tendenzialmente decrescente) e per Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro (addirittura, crescente, così come AIL e Lega del Filo d’Oro).
Colpiscono, invece, la stabilità di ridotta  dipendenza da parte di Save The Children (stabile intorno al 6%) e la conferma dell’ottimo lavoro, anche di diversificazione, che sta portando avanti la Fondazione Meyer, il cui importo totale erogabile del 5×1000 valeva il 56% delle entrate totali da donazioni per redditi 2016 e, oggi, per redditi 2019, vale meno del 44%.

Cinque per mille non poteva non chiamare una quinta domanda: esiste una correlazione tra due elementi soggettivi quali il numero delle scelte e il numero di query di brand effettuate dagli utenti in rete?

Scegliendo, appositamente, il medesimo arco temporale (anno solare 2019), notiamo che esiste una buona correlazione per quasi tutti i brand (a significare che la comunicazione organica digitale risulta proporzionata con il numero di scelte), a eccezione di Fondazione AIRC, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Lega del Filo d’Oro e Fondazione Meyer, i cui risultati dimostrano che non solo non c’è correlazione diretta ma che, probabilmente, il gap è generato da un’ottima e performante comunicazione su altri canali.
Il dato, altresì, denota un’anomalia per Save The Children, per cui le query sono di molto superiori all’effettivo numero di scelte (le ragioni possono variare da una comunicazione troppo aggressiva a un appeal digitale dispersivo o non volutamente mirato all’obiettivo 5×1000, stabile in quantità ma migliore in qualità della donazione).

Poiché, come sappiamo, il SEO è l’unica forma di comunicazione che non mente, abbiamo la controprova in termini di risorse finanziarie.
A fronte di una crescita tendenziale di entrate da donazione, Save The Children registra una stabilità tendente al basso dell’importo erogabile da 5×1000.