Le volpi volanti

“Il giorno dopo aspettai ancora e anche quello seguente.
Adesso non so bene quanti giorni e notti sono passati.
Di Antoine ancora nulla.
Ma sono paziente e continuo ad aspettarlo”.
Ricordo come fosse ieri, quella mattina del 5 marzo di un anno fa, quando ancora non potevamo immaginare che sarebbero passati non giorni e notti ma mesi e stagioni, aspettando.
Aspettando un sollievo, una cura, un vaccino. Aspettando che una qualche normalità si ristabilisse. Un po’ come il ritorno nel bosco, per la volpe. O il ritorno a pilotare il suo aereo, per Antoine.

“Anto’, da oggi, vieni in ufficio con papà.
A fare che?
Una cosa bellissima.
Cosa?
Lo smartworking.
E cos’è?
Tu leggi e io penso”.

All’altezza di Villa Blanc, con Antonio – che, il nome è solo un caso, pilota spesso la mia fantasia – ci scambiammo uno sguardo d’intesa e un sorriso. Lui fiero del suo La volpe e l’aviatore, stretto sotto al braccio destro. Io, felice di averlo con me.

Illustrazione di Anna Forlati tratta da “La volpe e l’aviatore” di Luca Tortolini – Ed. Kite

Smartworking si è rivelata, non sempre, una cosa bellissima, lo sappiamo. Anzi, spesso ha coperto un eccesso di impegno e presenza a distanza, che di smart ha davvero poco. Ma è servita, volenti e non, a immaginarci in una forma diversa, lontani dal nostro habitat. Appunto: abitudini, orari, programmi, tutto da inventare e rimodulare.

Abbiamo preso le sembianze della volpe volante, curiosa come sempre e, paradossalmente, più aperta di sempre.

“Abbandonammo la vista della terra lasciando sotto di noi nient’altro che l’acqua azzurra di un mare sempre più profondo”.

Illustrazione di Anna Forlati tratta da “La volpe e l’aviatore” di Luca Tortolini – Ed. Kite

Nessuno sa se e quando le nostre giornate torneranno a scorrere come un tempo e nessuno sa se noi saremo quelli di un tempo. L’unica cosa che sappiamo è che non smetteremo di amare ciò che facciamo e di offrirne una visione originale.
“Perché voi uomini volate se la natura non vi ha dato le ali?”, chiese la volpe.
“Per realizzare un sogno”, rispose Antoine.
“Giusto”, disse. Poi ci pensò, “Che cosa vuol dire?”.
“Realizzare qualcosa che si è immaginato”.